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7/7/67: muore «Rossella O' Hara»

di Marco Innocenti

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1 Giugno 2009

Un'antica leggenda indiana racconta che chi gode della vista fantastica del monte Kanchevijunga riceverà in dono un neonato bellissimo. Vivien Leigh, che il mondo conoscerà e ricorderà come la Rossella O'Hara di "Via col vento", nasce in India il 5 novembre 1913, da genitori inglesi, proprio alle falde dell'Himalaya: è una bella bambina, diventerà una delle donne più attraenti del suo tempo. Nel '34 si presenta a Londra a un casting di moda. La sua bellezza esotica fa sensazione. Due anni dopo l'affascinante ragazza dagli occhi verdi, dal collo delicato e dai capelli scuri si presenta, elegante e disinvolta, nel camerino del grande Laurence Olivier: fra poco saranno amanti, per poi diventare una delle coppie più celebri d'Inghilterra.

"Via col vento"
A Los Angeles il cast di "Via col vento" è quasi al completo. E' il 1938 e la ricerca di un volto per Rossella O'Hara va avanti da due anni. David O. Selznick, il mitico produttore della Rko, la incontra, la osserva. "Mi bastò un solo sguardo _ confesserà più tardi _ Era perfetta". La parte è sua, il successo sarà enorme. "Vivien è così bella che non ha bisogno di talento _ commenta il New York Times _ ed è così brava che non ha bisogno di essere bella". Nel '40 Vivien e Laurence si sposano: due talenti e una splendida coppia. Ma Vivien nasconde un male profondo, il male di vivere. E' inquieta, depressa, cagionevole, isterica. Soffre di nervi e di tubercolosi: due zavorre che le renderanno la vita un inferno.

Blanche du Bois
Nel '49, dopo avere rotto con Olivier da cui divorzierà nel '60, l'irrequieta Vivien viene scritturata per la parte di Blanche du Bois nell'allestimento teatrale di "Un tram che si chiama desiderio". E' una grande chance, sarà un trionfo. Vivien recita al massimo del suo talento, calandosi con viva sofferenza nei panni dell'affascinante e psicotica Blanche, che entra nella sua anima e rimarrà per sempre nella sua mente. Le repliche, a Londra, sono 326. Vivien, apparentemente, è alle stelle ma il suo rapporto con la realtà resta labile e, come sintomo di una ormai irreversibile sindrome maniaco-depressiva, si manifesta un aumento incontrollato della libido sessuale. Ne sanno qualcosa i taxisti che la accompagnano a casa dopo lo spettacolo. La "regina di Londra", che evoca denaro, successo e felicità, è in realtà una povera donna senza controllo né ritegno.

Elettroshock
Ricoverata d'urgenza in un ospedale di Londra, viene sottoposto per la prima volta a un elettroshock. E' il 1953 e Vivien è ormai preda di una sindrome maniaco-depressiva irreversibile. Malata di nervi e di polmoni, continua a condurre una vita frenetica vita, sacrificando il sonno, bevendo e fumando, quasi volesse accelerare la corsa verso la morte. La "più bella attrice del mondo", che forse solo Liz Taylor anni dopo eguaglierà, è una signora ingrassata e angosciata, prigioniera di quella tragedia che è diventata la sua vita. L'attrice è finita e la donna si sta decomponendo. Imbocca la strada a fondo cieco dell'alcol, ne fa l'amico del cuore e si distrugge appesa a un bicchiere. Nel '62 Stanley Kramer la scrittura per "La nave dei folli": sarà la sua ultima interpretazione. "E' una donna _ commenta il regista _ a cui la felicità sembra sempre sfuggire". Cinque anni dopo Vivien ricomincia a tossire. La Lady inglese, vincitrice di due Oscar, è fragile come la porcellana. Una domenica di maggio, di colpo perde i sensi. Si riprende, sputa sangue. La tubercolosi, a 53 anni, sta per presentarle il conto. Il 7 luglio la trovano morta, nella casa di Londra, sdraiata per terra: sul pavimento una lunga striscia rossa.

Si spengono le luci
"E' morta Rossella O'Hara", titolano l'indomani i giornali di tutto il mondo. E alle dieci di sera di quel sabato tutti i teatri di Londra spengono le luci in memoria di Vivien Leigh, la più bella e la più sfortunata. Le sue ceneri sono disperse nel vento in un lago del Sussex. Tennessee Williams la saluta così: "Era la personificazione della grazia, una grande donna e una grande attrice".

1 Giugno 2009
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